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L'Oggi delle Confraternite. Introduzione al momento formativo

2023-11-29 08:38

Sinodo diocesano

Sinodo,

L'Oggi delle Confraternite. Introduzione al momento formativo

Eccellenza reverendissima, cari confrati, care consorelle,cercherò di presentare, in modo esaustivo, lo stato attuale delle confraternite, l’gi delle

Eccellenza reverendissima, cari confrati, care consorelle,

cercherò di presentare, in modo esaustivo, lo stato attuale delle confraternite, l’gi delle confraternite, attingendo da quanto è emerso nella fase consultiva del Sinodo, delineandone i tratti che le caratterizzano, evidenziandone criticità e punti di forza. Nella fase consultiva-elettiva del Sinodo diocesano, anche le confraternite sono state chiamate ad esprimersi e a condividere il proprio bagaglio esperienziale attraverso incontri che hanno favorito l’ascolto reciproco, il confronto e lo scambio di esperienze. 

La sintesi che mi appresto ad illustrare scaturisce dai verbali redatti nelle assemblee e, come già detto, intende far conoscere le singole realtà, e verificare il cammino che le confraternite fatto fino ad oggi.

 

A partire dal Sinodo, le confraternite dicono di esso che è “camminare insieme”, in comunione, accompagnati dalla preghiera; un cammino di fede unitario guidato dallo Spirito Santo e con lo sguardo rivolto ai più deboli in una società, pervasa dal consumismo e dall’individualismo, nella quale diventa sempre più difficile ritrovarsi e alla quale non sempre ci si sente di appartenere. Il Sinodo potrebbe, così, riportare gioia ed entusiasmo.

È un cammino di fraternità teso a rendere più forte e consapevole il senso di appartenenza al popolo di Dio, un cammino guidato dal Vescovo, dai parroci con i quali concordare iniziative e prendere decisioni. 

Sinodalità, infine, è una strada maestra e necessaria che la Chiesa del terzo millennio dovrà intraprendere per andare oltre il sagrato o il campanile: occorre abbattere ogni barriera e puntare sulla centralità del trinomio Vangelo, Fraternità, Mondo. In questo nostro tempo diventa, pertanto, sempre più urgente l’annuncio del Vangelo. 

In qualche contributo si fa riferimento al Sinodo quale possibilità di cambiamento e opportunità per interrogarsi sul futuro per la ricerca di nuove strade da percorrere. 

E allora, in che modo le confraternite possono contribuire fattivamente al Sinodo?

riscoprendo gradualmente lo scopo fondante della confraternita sforzandosi di adeguare le azioni comuni, in modo opportuno, alle nuove realtà sociali, rivalutando, allo stesso tempo, il voler fare tutti insieme proiettati verso la stessa direzione e sentendosi sempre più parte integrante e attiva dell’unico popolo di Dio nella Chiesa e per la Chiesa;


 

Sul rapporto tra Kerigma e fede popolare e sui i messaggi che si intendono comunicare attraverso le diverse manifestazioni quali espressioni della “forza evangelizzatrice”, le confraternite, in generale, manifestano la volontà di custodire linguaggi e simboli delle processioni che, con l’incedere silenzioso e composto, nella loro semplicità e spontaneità, esprimono il desiderio e la ricerca di Dio. Mantenendo vive le tradizioni, si creano legami tra le diverse generazioni. A questa, si contrappone la posizione di quanti registrano, che le processioni non sono più partecipate e sentite come una volta, anche dagli stessi confrati. Si esprimono perplessità riguardo al messaggio evangelico e alla testimonianza che si trasmettono e si avanza la proposta di rivederne i linguaggi così da attualizzarli e renderli più vicini ai giovani che partecipano sempre meno alla vita della confraternita. Il desiderio di rimanere ancorati al passato potrebbe, al contrario, accrescere il divario tra le generazioni. Diventa, allora, sempre più urgente ricercare nuove vie attraverso le quali promuovere, nelle comunità, cammini di fede anche attraverso l’azione delle confraternite il cui ruolo non può limitarsi alla salvaguardia di principi e tradizioni. 


 

Sulla prospettiva catechetica della pietà popolare e sul ruolo che oggi le confraternite assumono rispetto alle problematiche e alle emergenze del territorio di appartenenza, buona parte di esse, consapevoli del profondo cambiamento che interessa le comunità e la società in generale, riconosce che gli statuti sono da rivedere e modificare perché i giovani non sempre trovano in esse le motivazioni per farne parte. 

Sebbene approvati dalla Curia e redatti secondo il modello diocesano, gli statuti utilizzano un linguaggio, il più delle volte, desueto e quanto in essi contenuto non contempla e non risponde alle nuove situazioni cui oggi frequentemente ci si imbatte (si fa riferimento alle separazioni, divorzi, alle convivenze…)

Inoltre, la crescente emigrazione e il conseguente spopolamento, stanno creando difficoltà e danni economici soprattutto nei piccoli centri dove un numero sempre maggiore di giovani famiglie è costretto a lasciare il proprio paese di origine alla ricerca di maggiore stabilità economica. 

Anche nelle confraternite lo spopolamento produce effetti negativi: si percepisce chiaramente lo smarrimento e il disagio dei confrati che costatano la progressiva riduzione del numero degli associati e il venir meno della componente giovane che dovrebbe, invece, assicurare continuità nel tempo e fornire slancio e impulsi nuovi e creativi. 

Ancora, la mancanza di lavoro, il degrado sociale e culturale e la crisi valoriale che caratterizzano il tempo presente, favoriscono l’insorgenza di comportamenti devianti, soprattutto nei giovani che si allontanano sempre più dai cammini di fede e che, non riconoscendosi nei principi fondanti della confraternita, disertano gli appuntamenti e gli incontri di carattere religioso. In tanti, ormai, vi si iscrivono per non interrompere o per rispettare una consuetudine familiare o soltanto per assicurarsi la sepoltura.

In origine, la partecipazione alla confraternita comportava l’impegno di coltivare e accrescere la fede e a vivere secondo i precetti della Chiesa. Oggi i valori e i principi a cui una confraternita si ispirava si stanno perdendo così come il senso di appartenenza; la crescita spirituale è trascurata, la partecipazione si è ridotta all’esteriorità.

Come porsi davanti a queste difficoltà?

Qualche suggerimento e riflessione

ascoltando i ragazzi, dare loro fiducia non imponendo percorsi ma sforzandosi di far comprenderne il valore

dando testimonianza con la presenza alle Messe domenicali e con la vita

sia l’assistente spirituale a prodigarsi affinché vengano tramandati ai giovani le consuetudini e i valori religiosi a cui la confraternita si è ispirata e che sia di esempio con la sua vita e guidi ed esorti i confrati a maturare nella fede attraverso la sua costante presenza, i momenti di catechesi e collabori nel programmare le feste. 


 

Guardando alla prospettiva liturgica a come viene vissuta la domenica, giorno del Signore, e a quanto gli usi e le consuetudini siano in armonia con l’Anno Liturgico e quali i segni e la gestualità con i quali si celebra la fede, si rileva che, nella maggior parte dei casi, la partecipazione alla Messa domenicale è rimessa alla volontà del singolo e in pochi animano la celebrazione con i canti, con la proclamazione della Parola, e con la raccolta delle offerte. Risultano, invece, partecipate le novene, i tridui o comunque le celebrazioni eucaristiche del titolare della confraternita e le feste patronali, momento di particolare coinvolgimento della confraternita. 

In alcune parrocchie è assicurata la presenza dei confrati soltanto nelle celebrazioni dei tempi forti dell’Anno Liturgico quali il Natale, la Settimana Santa e Pasqua e la solennità del Corpus Domini.

Riguardo alle feste patronali, le confraternite non intendono rinunciare al momento di festa (con banda musicale, giochi di artificio, spettacoli musicali) che segue, solitamente, la celebrazione eucaristica in quanto occasione di incontro e condivisione gioiosa. 

Di contro, qualcuno avverte che il legame tra le manifestazioni esterne e il senso evangelico della festa liturgica si è fatto sempre più debole fino a diventare, nel tempo, due eventi separati a tal punto che il comitato organizzatore, risulta composto, in alcuni casi, esclusivamente da laici.

Infine, la dimensione caritativa e sociale della pietà popolare viene espressa attraverso diverse azioni di solidarietà verso famiglie di confrati in difficoltà economica, o verso bisognosi con donazioni alla Caritas parrocchiale o ancora assicurando la sepoltura ai confrati defunti o ricordandoli nella preghiera e sostenendo i familiari o aderendo alle iniziative suggerite e condivise con la Diocesi. 

Per alimentare la vita spirituale e mantenere vivo il culto, alcune confraternite partecipano alle diverse celebrazioni cui sono chiamate a collaborare (prevalentemente i riti della Settimana Santa e alla processione del Corpus Domini), a momenti di catechesi curati dal parroco nei tempi forti di Avvento e Quaresima ed a incontri mensili per pregare e prepararsi alla Messa. 

Nonostante le difficoltà, accogliamo e le sfide del tempo presente e attingiamo vitalità e dinamismo nuovi da questa giornata per ritrovare le motivazioni che ancora oggi ci spingono ad essere confraternite e a ricercare itinerari e forme nuove di evangelizzazione.


 

Concludo il mio intervento ringraziando voi che mi avete ascoltato e, in particolare, il Vescovo che con la sua costante presenza ci esorta a prendere consapevolezza della nostra presenza ecclesiale.

 

a cura della prof.ssa Marinella Bonomo, 

Membro Consiglio Diocesano Confraternite

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