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Passo dopo Passo
Diocesi di Cefalù @ All Right Reserved 2020
Avviata ormai l’ultima fase del Sinodo della Diocesi che si concluderà nell’ottobre 2024 e impegnati nei lavori delle periodiche sessioni assembleari in cui si dibatte e si propone sulle tre tematiche di riflessione scelte all’inizio del nostro
cammino sinodale, è doveroso uno sguardo al messaggio trasmessoci da Papa Francesco all’apertura del Sinodo della Chiesa Universale e a quanto emerso dalla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità di ottobre 2023, che ne chiude l’iter consultivo. Facciamo, dunque, memento delle tre parole-chiave del Sinodo: comunione, partecipazione, missione; la prima e l’ultima, espressioni teologiche che connotano il mistero della Chiesa ovvero “mistero di comunione ad intra e sorgente di missione ad extra”; la partecipazione invece esigenza che scaturisce dal Battesimo, infatti da esso, «nostra sorgente di vita, deriva l’uguale dignità dei figli di Dio, pur nella differenza di ministeri e carismi. Per questo, tutti sono chiamati a partecipare alla vita della Chiesa e alla sua missione. Se manca una reale partecipazione di tutto il Popolo di Dio, i discorsi sulla comunione rischiano di restare pie intenzioni».
Facendo eco al magistero di Papa Francesco e al Sinodo della Chiesa Universale, di cui quello diocesano è una costola profetica, e alle coordinate che il Vescovo Giuseppe ci ha indicato per esso nei verbi ascoltare, discernere e decidere, dopo l’ascolto che ha caratterizzato la seconda fase del Sinodo diocesano, siamo giunti al momento del discernimento con l’azione consultiva delle assemblee sinodali per decidere sulle scelte pastorali significative, generali e normative della nostra Chiesa locale: le Unità di Pastorale Sinodale, un nuovo itinerario per i sacramenti dell’iniziazione cristiana, la definizione di un nuovo percorso di evangelizzazione della pietà popolare.
In senso generale, il discernimento è un giudizio sulla qualità delle cose, che porta a separare quelle buone da quelle cattive. Esiste un discernimento umano, secondo la carne, fatto secondo criteri scelti dal mondo (es. il successo,
la ricchezza, il potere, la bellezza, ecc.) ed esiste un discernimento spirituale, fatto dal credente, secondo i criteri suggeriti dallo Spirito.
Anche le Assemblee, i Circoli, gli incontri e i dibattiti tra coloro che sono stati scelti e chiamati come Sinodali, vogliono
essere esperienza di grazia e di ascolto. In essi la relazione sponsale di Cristo con la nostra Chiesa Cefaludense manifesta, nel discernimento, tutta la forza generativa della Speranza cristiana per uno slancio missionario e spirituale verso le generazioni future.
Perché questo evento di grazia sia da tutti vissuto con consapevolezza e coinvolgimento, presentiamo, in questo Vademecum, la struttura normativa del I periodo aprile-luglio 2023, che approfondisce quanto già espresso nel Regolamento del Sinodo Diocesano.
La schematicità della norma, lungi dal voler essere una briglia alla “fantasia dello Spirito”, si pone a garanzia di un voler far bene ogni cosa, favorendo una partecipazione attiva, una chiarezza di ruoli e mandati, una semplicità di approcci.
Realtà concreta per la nostra Chiesa cefaludense è l’aver inaugurato la III Fase, celebrativa-attuativa, del Sinodo diocesano “Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero” (Lc 24, 31a), in cui animatori e membri dei Laboratori Sinodali, sono chiamati, in fattivo e fecondo confronto, a riflettere insieme sugli instrumenta laboris dei temi individuati per la riflessione sinodale e ad elaborare, in Assemblea sinodale, la magna charta di tutto il cammino, con lo sguardo vigile al Sinodo della Chiesa Universale voluto e promosso da Papa Francesco. [...]
(In questo cammino) siamo chiamati ad accogliere l’Ecclesiologia di comunione del Concilio Vaticano II in una Chiesa, divenuta mondiale e culturalmente policentrica, nella quale l’apporto corresponsabile di laici e laiche sia pienamente riconosciuto, nella quale siano promosse logiche ecclesiali realmente partecipative e sinodali e siano rimodulate le strutture comunicative, organizzative, decisionali, formative, relazionali, perché si possa sperimentare e realizzare la forma popolare di una Chiesa inclusiva, aggregante e “conciliante”.
La Chiesa Cefaludense, nella lungimiranza del Vescovo Giuseppe che ha accolto con solerzia l’invito di Papa Francesco ad adottare uno stile sinodale, nelle forme e nella sostanza, in un dinamismo nel quale il metodo possa essere esso stesso il primo contenuto, si è già posta ad experimentum nel solco di questo cammino con le Unità di Pastorale Sinodale (UdiPS) di Castelbuono e Gangi e privilegia la riflessione su questa struttura ecclesiale all’interno del suo XII Sinodo diocesano, ponendola tra le tre grandi tematiche su cui indirizzare l’ascolto, il discernimento, la decisione, per un auspicato rinnovamento pastorale
La catechesi è un’attività che finora si è svolta secondo un modello semplice che ha permesso a generazioni di uomini e donne dei nostri paesi occidentali di vivere la fede: un incontro settimanale con una catechista, una guida con quaderno attivo, una classe, un metodo e l’obbligo della frequenza; l’impegno della cura animarum e la preparazione ai sacramenti dell’Iniziazione Cristiana di persone che si dicono anagraficamente cattoliche, che compiono alcuni gesti religiosi e richiedono riti cristiani più per abitudine che per consapevolezza.
Oggi è fondamentale guidare le persone che vengono dal cristianesimo di tradizione verso un orizzonte nuovo: da una fede di convenzione ad una fede di convinzione.
Occorre allora un’iniziazione cristiana che non solo accompagni la fede ma la proponga e la susciti; infatti il compito della catechesi è quello di proporre la fede e non di darla per presupposta, perché la sua forza sta proprio nel tornare sempre alla buona novella fondamento del cristianesimo.
Pietà Popolare è la terminologia che Paolo VI, nell’esortazione apostolica sull’evangelizzazione nel mondo contemporaneo Evangelii Nuntiandi, conferisce a quella che una volta era connotata con la generica espressione di ‘religiosità popolare’ e in cui si percepiva l’attribuzione di un significato negativo, come se esistesse una “religione” ufficiale, via seria e vera di accesso al Dio di Gesù Cristo, e un surrogato di estrinsecazioni devozionali superficiali, eterodosse, folcloristiche. In realtà, l’aggettivo popolare non va inteso pregiudizialmente in senso negativo in quanto esprime relazione con il ‘popolo di Dio’, per cui, quando si parla di FEDE POPOLARE, non ci si riferisce ad una realtà di seconda categoria, ma alla FEDE del POPOLO, che non è un concetto diverso da quello di «santo popolo fedele di Dio» di cui ci parla Papa Francesco (Evangelii Gaudium, 125) e che si esterna positivamente in una manifestazione cultuale che trae origine dal popolo e - compiuta per il popolo - è portatrice di valori propri del popolo di Dio.
L’assemblea eucaristica esprime gli elementi specifici della vita cristiana chiamati a plasmare lo stile sinodale, tant’è che nella sinossi delle origini, ‘eucarestia’ e ‘santa assemblea’ sono sinonimi; anzi, secondo il “De ecclesiastica hierarchia” (pseudo Dionigi l’Areopagita), ‘santa assemblea’ sta per ‘popolo di Dio’, per cui ‘assemblea del popolo di Dio’ equivale ad ‘assemblea eucaristica’, fonte, centro e culmine di ogni assemblea; analogamente Sinodo equivale ad assemblea liturgica che celebra. Il Popolo di Dio ascolta la Parola di Dio e celebra la comunione con il Corpo di Cristo, grazie alla quale Egli si fa presente in modo pieno nella storia.
In questo nostro percorso sinodale, alla fine del quale “passo dopo passo” taglieremo il traguardo, è fondamentale ed essenziale ravvisare l’intimo connubio tra Liturgia e Sinodo perché entrambe sono “azioni performative che si compiono e compiendosi si realizzano in noi”, ma solo quella bussola di “Vita a noi comunicata nella celebrazione eucaristica” può indicarci punto di partenza, rotta, meta “alta” ed essere diario di viaggio per “dare forma al reale cammino sinodale”.
Tutti con gradi e titoli diversi, con ministeri incaricati ad hoc e compiti di rappresentanza ben specifici in base ai carismi, siamo chiamati ad essere soggetti attivi partecipi del governo e del funzionamento delle istituzioni ecclesiali locali. In virtù dei tria munera (evangelizzare, santificare e servire l’uomo nella carità), infatti, è compito del popolo di Dio anche il consigliare, prendere decisioni, dirigere, organizzare, progettare, programmare, attuare nella corresponsabilità e nella condivisione, secondo lo stile sinodale, per realizzare l’unica missione di una Chiesa “casa e scuola di comunione”. Tale metodo di corresponsabilità e di crescita della comunità ecclesiale si concretizza in prassi sinodale negli organismi sinodali di comunione e partecipazione: nella Chiesa locale, nel Consiglio pastorale diocesano; nelle chiese parrocchiali, nel Consiglio pastorale parrocchiale.
Il Lessico sinodale che si snoda tra queste pagine, è uno dei primi frutti prodotti in uno spirito di servizio, collaborazione ed azione sinergica, segno visibile di corresponsabilità, di uniformità di intenti, pur nella diversità dei carismi e varietà dei ministeri della Chiesa di Cefalù per fare ciascuno la propria parte nella comunità e per la comunità. Come un prisma dalle innumerevoli facce riflette il fascio di luce che lo attraversa rifrangendolo in una miriade di raggi luminosi, così le parole di questo Lessico sinodale derivano da un significante che assume un significato “altro” ma che conduce ad un’identità unica: essere il popolo messianico «costituito da Cristo per una comunione di vita, di carità e di verità… da lui assunto ad essere strumento della redenzione di tutti e, quale luce del mondo e sale della terra (cfr. Mt 5,13-16) […] inviato a tutto il mondo» (LG 9).
Non vuol essere, dunque, né un formulario né un dizionario ma una originale e particolare morfosintassi che, lungo il cammino di realizzazione del Sinodo diocesano sotto l’azione dello Spirito Santo, dia forma e compimento ai sogni e alle prospettive di rinnovamento, ci aiuti a progettare modi, stili e proposte originali, per comunicare e narrare la gioia del Vangelo con una grammatica inusitata e una sintassi accattivante.
Come trovare le risposte giuste, come fare ad avviare i processi di cambiamento che trasformino e ridiano vitalità alle nostre comunità, non è affatto facile. Una cosa, però, è certa: dobbiamo farlo insieme, perché non può esserci missione efficace, annuncio convincente,
afflato sinodale senza comunione, senza corresponsabilità e senza la partecipazione di tutta la comunità dei battezzati.
È questo lo scopo specifico ed essenziale del presente sussidio PASSO dopo PASSO: offrire al popolo di Dio in cammino sinodale l’occasione di approfondire ed arricchire con ulteriori apporti la
riflessione, nutrire gli animi, maturare le coscienze in “ascolto sinodale” della Scrittura, dei Padri e del Magistero della Chiesa, in modo che ognuno possa contribuire ad edificare e corroborare, nella comunione, la nostra Chiesa Diocesana.
In corrispondenza dei “passi sinodali”, previsti in questa prima fase, quattro sono i sussidi che, in modo semplice e pratico, ci accompagneranno, ci stimoleranno e ci supporteranno nella formazione, nella conoscenza, nella preghiera, per costruire e servire meglio il modello di Chiesa sinodale che il Signore ci chiama a vivere come dono da accogliere e come progetto da realizzare.