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VIII Assemblea Plenaria del Sinodo Diocesano - Verbale

2024-02-23 11:16

Sinodo diocesano

Verbali Assemblee,

VIII Assemblea Plenaria del Sinodo Diocesano - Verbale

9 dicembre 2023

VIII Assemblea Plenaria del Sinodo Diocesano

9 dicembre 2023


 Verbale

 

Previa convocazione, inviata in data 13 ottobre 2023 a firma di S. Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù, Presidente del Sinodo, sabato 9 dicembre 2023, alle ore 10,00, nell’Aula Sinodale presso la Chiesa della SS. Annunziata in Cefalù, si sono radunati i membri del Sinodo Diocesano.

 

Assenti: sac. Paolo Cassaniti (04); sac. Alessio Corradino (06); sac. Nicola Crapa (07); p. Mario Domina (08); sac. Francesco Giacalona (09); sac. Giuseppe Terranova (19); can. Salvatore Panzarella (28); mons. Domenico Sideli (30); sac. Calogero Falcone (36); sac. Francesco Lo Bianco (38); sac. Francesco Sapuppo (43); dott. Angelo Conti (53); dott. Pier Calogero D’Anna (54); sig. Giovanni Provinzano (61); ing. Nicola Raimondo (63); dott.sa Mariangela Sauro (65); porf.ssa Maria Aglieri Rinella (70); sig.ra Dora Cirrito (73); prof. Marco Lo Iacono (75); prof.ssa Gandolfina Macaluso (76); prof. Mario Macaluso (77); prof.ssa Valeria Russo (79); prof.ssa Sonia Zito (81); prof. Marinella Bonomo (82); prof.ssa Concetta Cicero (83); sig.na Chiara Castello (94); sig.na Miriam Bifarella (95); sig.na Giusy Biundo (96); sig. Ignazio Cascio (99); prof. Michele Cerami (100); fr. Vincenzo Di Bella ofm capp. (102); sig.ra Domenica Franco (104); sig. Salvatore Minì (110); dott. Giovanni Sapienza (113); sig.ra Serena Tripi (114); dott. Valerio Di Vico;

e il dott. Salvatore Grisanti (118) che non ha ancora fatto la Professione di fede e prestato giuramento.
 

Alle ore 10,15 l’Assemblea viene aperta con il canto del Veni Creator Spiritus, seguito dalla proclamazione del Vangelo secondo Matteo (9,35-10,1.6-8), a cui segue l’intronizzazione del libro dei Santi Vangeli.

Alle ore 10,20 S. Ecc. Mons. Giuseppe Marciante prende la parola proponendo ai Sinodali la sua meditazione sul Vangelo proclamato.

Si allega testo della meditazione.

Alle ore 10,45 S. Ecc. Mons. Vescovo introduce la preghiera dell’Adsumus, seguito da tutti i presenti.

Alle ore 10,50 il can. Giuseppe Licciardi, Segretario Generale del Sinodo, dà la parola al Relatore Generale fr. Salvatore Vacca.

Alle ore 11,35 viene introdotto il dibattito in Aula.
 

Seguono gli interventi, in ordine di prenotazione.
 

Dott. Salvatore D’Anna:

La famiglia è stata sempre essenziale, il focolare domestico in cui i nostri nonni e i nostri genitori dopo l’iniziazione cristiana insegnavano con fede a vivere la vita cristiana. Ma in questa nuova società tecnologica viene a mancare la cura da parte della famiglia in questa trasmissione ai giovani.

 

Mons. Sebastiano Scelsi:

a. Il primo annuncio sia trasversale in tutte le forme e i momenti della catechesi, allo scopo di assicurare una formazione ben centrata sul nucleo essenziale della fede cristiana: Gesù Cristo e il mistero salvifico della Pasqua.

b. Il primo annuncio va rivolto alle Comunità Cristiane per il cammino di rinnovamento che punta sull’essenziale, ma anche ai cosiddetti “lontani” nella prospettiva dell’insegnamento ecclesiologico globale del Concilio Vaticano II (Ecclesia ad intra-Ecclesia ad extra). La Chiesa in uscita, di cui parla papa Francesco, è senz’altro la Chiesa missionaria, impegnata nel dialogo con il mondo per annunciare il Vangelo agli uomini del nostro tempo.

c. L’educazione nella fede dei ragazzi che hanno ricevuto i sacramenti della iniziazione cristiana deve insistere sulla responsabilizzazione dei genitori, i primi educatori dei figli, e il coinvolgimento dei padrini deve passare gradualmente dalla Comunità ecclesiale, anche per la scelta, per essere veramente efficace.
 

Franco Pollicino:

Ottime proposte per l’iniziazione cristiana, ma dovendo assicurare i sacramenti a chi li chiede, si rischia di avere Comunità a due velocità. Una cercherà di seguire una catechesi permanente e una che chiederà i sacramenti senza impegnarsi più di tanto e a cui non si può negare il sacramento stesso.
 

Mons. Rosario Dispenza:

Testo non pervenuto. 

 

Sac. Pietro Piraino:

a. Nella discussione, nei Circoli, si è dibattuto sul ruolo dei padrini, sulla formazione che devono avere, sul ruolo che la Comunità deve assicurare nell’accompagnare chi riceve i sacramenti. Si tratta di elementi su cui concordiamo tutti. È prassi, da qualche tempo nella nostra Diocesi, quella di richiedere il “certificato di idoneità” a svolgere l’ufficio di padrino. Tale prassi però non sempre ha dato luogo a percorsi di formazione al ruolo, o a consapevolezza dottrinale, teologica e pastorale, piuttosto ha generato due tipologie di problematiche: in primo luogo lo scontro nei casi in cui l’idoneità non è stata certificata, opponendo alla pretesa di “esercitare un diritto” una dialettica improntata al giudizio, non tenente conto di quella umana fragilità molto richiamata e considerata nel caso dei percorsi di accompagnamento agli Ordini Sacri (…quantum humana fragilitas nosse sinit…). In secondo luogo, talvolta si intuisce, tra certi operatori o cerchie di fedeli, una sorta di “manicheismo” formale, frutto sempre di giudizio o pregiudizio, improntato su comportamenti di rigida e radicale contrapposizione sul piano ideologico o della prassi tra chi si ritiene idoneo per diritto e chi è ritenuto da tenere lontano.

Sollecito perciò una seria riflessione, valutando anche di abolire la certificazione di idoneità, e quindi non legando la possibilità di accedere all’ufficio di padrino per mezzo di un foglio di carta, ma piuttosto puntando a percorsi di condivisione e vita comunitaria.

b. Si è parlato della scuola di formazione teologica e dei corsi di formazione per gli operatori pastorali e i ministeri istituiti.

Condivido la necessità di puntare alla formazione. Ma l’arte pastorale non è frutto di un diploma o della certificazione di frequenza a un corso. Né l’idoneità a fare il catechista o il padrino può essere legata alla stessa certificazione.

Si osserva infatti l’allontanamento dal servizio nelle Parrocchie di diversi laici che, avendo vissuto percorsi di studio teologico (certificato o no), ora ritengono uno spreco di tempo l’essere operatore pastorale. E parimenti l’assenza di proposte formative di cura della spiritualità laicale e pastorale.

Nelle ultime esperienze di Scuola di Teologia di Base e nell’attuale proposta di formazione per i ministeri laicali manca la formazione spirituale e lo studio della spiritualità; prosperano in giro, invece, proposte devozionistiche intimiste, poco ecclesiali e poco teologicamente e liturgicamente fondate.

Non si deve cadere nell’errore di dare certificazioni di ruoli pastorali sulla carta.

La cura dei percorsi globali di formazione cristiana della persona che parte dall’iniziazione cristiana e poi diventa pervasiva di tutti gli ambiti, dalla catechesi all’educazione al servizio, non può mancare della formazione alla vita nello spirito.

 

Sac. Calogero Cerami:

La formazione permanente permette alla Comunità cristiana di con-formare se stessa a Cristo. Per questo è importante che gli operatori pastorali vengano formati adeguatamente e non solo in vista del conseguimento di un diploma. Il nostro Vescovo ha chiesto ufficialmente di aprire nella nostra Diocesi il polo FAD dell’ISSR di Palermo.

Sarebbe auspicabile che la formazione teologica, pastorale e pedagogica sia continua e non solo sporadica o occasionale.
 

Prof.sa Maria Antonietta Spinosa:

Sottoscrizione dell’intervento di don Scelsi:

un Sinodo attento a 360° al mondo contemporaneo (altre culture, altre religioni).

Ripresa intervento don Cerami:

ottima l’attivazione del polo FAD della Facoltà Teologica di Sicilia, ma accompagnato da integrative modalità di maturazione “in presenza” di quanto appreso (online).

Facciamoci “esperti” educatori a quelle “relazioni umane” che la società esige.

Esigenza di una “sinfonia” di carismi, diffuse, senza accentramento di leadership… nemmeno “pastorali”.

Ripresa intervento proff. Re e Romana.

 

Dott. Giuseppe Salvaggio:

P. Salvatore [Vacca] nella sua sintesi ha riportato diversi elementi fondamentali, tra cui la centralità delle persone, la corresponsabilità, il vivere la parrocchia, ecc.

L’Azione Cattolica, che ho avuto la fortuna di vivere e sperimentare, vive al suo interno tutti gli aspetti riportati nel documento, e li richiama più volte nel proprio Progetto Formativo.

L’Associazione, che è fatta di persone se vissuta a pieno insieme alla Comunità, diventa occasione di crescita umana e di fede, vivendo la preparazione ai sacramenti e la parte mistagogica degli stessi.

Alla premessa tre proposte:

a. Iniziare la proposta catechetica anche per i bambini di 4-5 anni, insieme alle famiglie, utilizzando gli attuali sussidi che a livello nazionale prepara l’Azione Cattolica, una realtà che al momento li pensa, che sono mediazione del Catechismo Lasciate che i bambini vengano a me e che ricevono l’imprimatur dall’Ufficio Catechistico Nazionale.

b. Iniziare il percorso in Azione Cattolica, nelle Comunità dove vorranno, come alternativa per il cammino di iniziazione cristiana. Un cammino che allo stesso tempo non pensa solo alla preparazione ai sacramenti, ma che pensa a tutte le fasi della vita dei bambini, ai giovani ed adulti.

c. Pensare ad una “Consulta Diocesana dei Ragazzi” che possa così rendere partecipi e protagonisti i ragazzi nel pensare insieme il cammino, ascoltando la loro voce.
 

Prof.ssa Giuseppina Rita Re:

Il catechista deve essere formato anche pedagogicamente, deve essere testimone dell’amore di Gesù.

I ragazzi devono appassionarsi.

I catechisti non possono fare tante cose ma dedicarsi solo a questo.

I padrini, che vivono una vita di fede coerente, siano fondamentali nelle coppie miste o in cui i genitori non siano praticanti.

Il testimone dovrebbe essere il catechista, testimone della fede del ragazzo che si esprime nel suo impegno nella Chiesa.
 

Prof. Salvatore Sireci:

Iniziazione cristiana

Necessità di uno stile che sappia e possa appassionare, testimoniare la gioia di un incontro capace di cambiare la vita.

C’è bisogno di testimoni appassionanti, passionali e appassionati che intessono rapporti interpersonali a partire da ciò in cui credono, a partire dalla singolarità della propria esistenza.

Da formatori, catechisti, dobbiamo trasmettere la certezza che ciò che ancora può salvaguardare l’umano, l’incontro, le relazioni, gli scambi, le scoperte, … nuovi mondi.
 

Prof. Luigi Romana:

Testo non pervenuto. 
 

Mons. Francesco Casamento:

Riferendo la prassi autorizzata da un Vescovo precedente ad una comunità ecclesiale riguardo al tempo in cui confermare i ragazzi, esprimo il grande disagio dell’abbandono subito dopo la Comunione. Per diversi decenni i giovani hanno chiesto la Confermazione prima del matrimonio e molti non la chiedono più perché non si sposano. Si può “dire” che la Cresima è già fatta con la crismazione battesimale e poi la “conferma” può essere chiesta come maturazione di fede?

Come abbiamo incaricato i catechisti? Molti hanno frequentato le nostre scuole teologiche, ma molti sono stati incaricati a prescindere.

Come ci comporteremo con le “nuove famiglie” che chiederanno il Sacramento per i figli, ma non sono famiglia-sacramento: potremo incaricarli d’essere catechisti dei loro figli?

Un nuovo impegno della nostra Diocesi è l’Oratorio.

Si può considerare l’Oratorio come una catechesi sperimentale perché anche se non prepara ai Sacramenti è un cammino di fede in cui si coinvolgono anche la famiglia, chi può essere preso in considerazione.
 

Can. Domenico Messina:

a. È opportuno lasciare nella relazione ufficiale del Relatore il riferimento “coloro che non vedono l’ora di andare via”?

b. Chiaro a tutti che la figura del testimone ha valore solo giuridico e non testimoniale-essenziale?

c. Il ritorno all’ordine teologico dei sacramenti dell’iniziazione cristiana è secondo la Tradizione della Chiesa che è evidente anche nei catechismi ufficiali della Chiesa come il Catechismo Romano, Catechismo della Chiesa Cattolica.

c. I catechisti devono frequentare obbligatoriamente i corsi di formazione teologica proposti dalla Diocesi.

d. Grazie a p. Salvatore Vacca per il suo prezioso lavoro di mosaicista che riesce a mettere insieme con precisione ogni lettera degli interventi e delle relazioni.

e. Condivido l’intervento di don Pietro Piraino circa la fondamentale formazione spirituale che deve animare ogni percorso sia nelle famiglie, sia nelle comunità parrocchiali, sia negli operatori pastorali.
 

Prof.ssa Adriana Iovino:

Ho trovato nella sintesi di p. Vacca tanti temi, oggetto di confronto nel circolo e mi sono ritrovata in essa.

Per quanto riguarda i percorsi di formazione e di catechesi, ritengo che presupposto fondamentale della loro efficacia e qualità sia la cura da riservare all’ascolto, alle relazioni nonché l’attenzione alla persona: una parola o un gesto sbagliato possono segnare un ragazzo e allontanarlo.

Chi forma deve farlo con “passione e amore” è vero, ma deve anche saper suscitare interesse, dare senso e attualizzare i contenuti.

Il Vangelo deve essere compreso alla luce di quello che ci dicono “oggi”, nel nostro tempo.

 

Prof.ssa Ermelinda Parisi:

Il catechista deve essere una persona non soltanto di buona volontà, occorre una preparazione teologica ma anche psico-pedagogica e didattica.

Lo studio di tali discipline è fondamentale perché la trasmissione sia efficace.

Non basta inserire il gioco per rendere piacevole la catechesi, è più efficace invece assumere una catechesi che abbia lo stile del gioco.

Questo vuol dire lasciare ai ragazzi lo spazio per la creatività, trovare ogni volta l’elemento della sorpresa, valorizzare le conquiste effettuate. Vuol dire adottare lo stile della gradualità, nella trasmissione dei contenuti e della partecipazione alla vita liturgica.
 

Diac. Santo La Placa:

Testo non pervenuto. 

 

Sr. Diana Laura Hernandez Alvarado:

Testo non pervenuto.

 

Can. Giuseppe Licciardi:

Si è parlato di adottare dei sussidi per i più piccoli. Mi permetto di ricordare ai presenti che i Servizi Diocesani, da diversi anni, offrono dei sussidi per la catechesi e le proposte educative, anche per le attività di Oratorio per l’estate, che nascono dai bisogni riscontrati tra i nostri ragazzi e nel nostro territorio. Tali sussidi – ci dicono dalla casa editrice che li distribuisce – sono molto apprezzati fuori dal territorio diocesano.

Sembra che, talvolta, noi operatori non conosciamo quanto viene offerto dalla nostra Chiesa Diocesana, e magari attingiamo materiale dai siti, pensato per contesti e bisogni diversi.
 

Sono pervenuti inoltre i seguenti contributi scritti, non presentati oralmente in plenaria:

 

Sr. Maria de la Luz Maya Arredondo:

Sono d’ accordo con il Vescovo sulla visione dei padrini: devono essere persone fermi nella fede, che hanno una esperienza di Chiesa non come struttura ma come corpo mistico di Dio.

Il cammino di catecumenato, per discernere bene se è questa la Chiesa che vogli compromettersi.

E i genitori e i padrini, che abbiano una preparazione di fede e dottrinale, di almeno cinque incontri nel corso dell’anno in cui si amministrerà il sacramento.
 

Prof.ssa Marinella Bonomo:

Si è parlato di amore e accoglienza negli incontri di catechesi. Mi chiedo:

Come si può accogliere e donare amore con incontri settimanali di breve durata?

Come si può conoscere, entrare nelle viscere dei ragazzi con incontri che, spesso, si riducono a lezioni frontali?

 

Sig.ra Rosa Granata:

Fondamentale è la formazione permanente di tutti gli operatori pastorali, con un’attenzione particolare a catechisti e coppie di coniugi (chiamati a essere “coniugi in missione”). È importante trovare nuovi linguaggi e metodi.

Ogni Comunità deve tenere vivo l’ascolto e la preghiera sempre, non solo nei momenti “forti”.

Ogni cristiano deve testimoniare nella vita di ogni giorno l’amore di Gesù, andare tra le genti evangelizzando con le opere e i segni concreti sempre in ogni circostanza.

 

Prof.ssa Giuliana Longo:

La famiglia può continuare a trasmettere valori religiosi con l’uso dell’intelligenza artificiale?

Sarà necessario impostare filtri per assicurare che l’IA supporti i valori religiosi, evitando contenuti contrastanti.

La Chiesa deve integrare la formazione spirituale con la consapevolezza delle sfide etiche legate all’IA, aiutando i fedeli a navigare nel mondo digitale in modo responsabile.

La Chiesa può giocare un ruolo guida nel plasmare un utilizzo etico dell’IA?
 

Prof. Claudio Valenziano:

Il messaggio del Vangelo è ancora attuale: la messe è abbondante ma sono pochi gli operali.

La ricchezza c’è, è abbondante e se si vuole riuscirebbe a sfamare tutti. Purtroppo è male distribuita ed è nelle mani di pochi ma non se ne parla abbastanza. Pertanto la Chiesa deve essere più itinerante e rivolta a cercare gli ultimi e deve sapere ascoltare il prossimo per trarre le opportune conseguenze come ha fatto Gesù durante la sua breve vita.

Quindi la Diocesi deve intervenire, prima di tutto, nelle famiglie per indirizzarle verso gli obiettivi sopra descritti.
 

Sig.ra Maria De Pasquale:

a. La famiglia intesa come primo strumento di evangelizzazione:

Di quale famiglia si parla?

Le famiglie sempre più spesso sono divise. Separazioni e divorzi le tengono in tenzione. A volte ci sono nuove relazioni e unioni e convivenze con compagni/e che hanno anche loro dei figli. La chiesa come li “guarda”?

b. Come coinvolgere i giovani?

Sicuramente l’età dell’adolescenza è un momento di enorme difficoltà. I ragazzi non si piacciono. Si sentono inadeguati. Gli altri sono più belli e capaci. Siamo capi di ascoltare il loro disagio? O più spesso tendiamo a giudicare il loro comportamento e lo critichiamo rimproverandolo e allontanandolo? Spesso si tira un sospiro di sollievo quando non lo vediamo tornare…

c. Catechesi ai padrini e madrine?

Cerchiamo padrini e madrine che abbiano i requisiti di “idoneità” ma riferendomi al punto primo del mio intervento, quanti li hanno?

Le vicissitudini che li hanno portati ad essere “diversi” da come ci si aspetta siano, li rendono meno appassionati di Cristo da non riuscire ad essere “luce” per i loro figliocci?

Genitori conviventi possono far battezzare i propri figli ma questi non possono avere padrini o madrine che lo siano? A parer mio ha poco senso.

 

Alle ore 12, 30 Mons. Vescovo, a partire dagli interventi, offre la sintesi dei lavori.

 

I lavori si concludono alle ore 13,00.

 

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