di Fr. Salvatore Vacca, ofmcap.
Anamnesi del Testo
Con il XII Sinodo diocesano, quale evento storico e salvifico, siamo davanti a una vera e propria riforma della Chiesa locale che tutto investe e riplasma. Siamo provocati a ridisegnare una nuova forma relazionale e a promuovere un cambiamento nell’istituzionalizzazione delle relazioni ecclesiali.
Siamo ormai pervenuti alla fase celebrativa-attuativa del cammino sinodale (2022-2023). Essa comprende un momento consultivo assembleare e si concluderà con la votazione delle propositiones.
Durante gli anni che hanno preceduto l’indizione del Sinodo il nostro vescovo, mons. Giuseppe Marciante, ha animato la Comunità diocesana con la promozione di importanti eventi culturali e teologici e con la proposta di esperienze ecclesiali improntati all’ascolto, all’accoglienza e all’annuncio (Ia Lettera pastorale: All’inizio la Parola); ha invitato tutti a ripartire dalla Parola di Dio (IIa Lettera pastorale: La parte buona che non ci sarà tolta), ha commentato l’icona dei discepoli di Emmaus (IIIa Lettera pastorale: Si avvicinò e camminava con loro). Ha coinvolto eminenti personalità del mondo cattolico per la formazione del clero e dei laici.
Il 28 novembre 2020 il vescovo Giuseppe ha indetto il XII° Sinodo diocesano, perché si camminasse insieme verso una conversione pastorale e missionaria1 e, sollecitando la docilità e creatività sue e dell’intera comunità, venisse anche promossa una pastorale in chiave missionaria. L’Indizione del Sinodo è stata fatta all’interno della Celebrazione Eucaristica nella Basilica-Cattedrale di Cefalù. Durante l’Omelia il Vescovo, tra i diversi passaggi importanti, diceva:
Vi confesso che l’avvento della pandemia, sulle prime, mi ha scoraggiato nell’intraprendere l’esperienza di un Sinodo diocesano. Mi sono chiesto: come faremo a celebrarlo in un contesto dove non è possibile l’incontro?
A un certo punto però nella tragedia ho visto affiorare anche il volto del bene. Ho visto affiorare l’avvento del Signore anche in questa tragedia. Difatti sono ritornate le grandi domande sui “fondamentali”, sulla vita e sulla morte, e l’invocazione di una preghiera universale.
Il percorso pre-sinodale è stato segnato da due fasi, accompagnate dall’icona biblica dei discepoli di Emmaus.
La prima fase preparatoria-formativa (2020-2021): è stata costituita la commissione e la segreteria sinodale, è stato pubblicato il Regolamento del Sinodo. Il Popolo di Dio è stato animato durante il percorso formativo-spirituale da insigni ecclesiastici del mondo cattolico italiano le cui relazioni sono state pubblicate nel volume XII Sinodo Diocesano, I Fase preparatoria-formativa. Passo dopo passo, i contributi formativi, Diocesi di Cefalù, Cefalù 2021. Durante il cammino formativo mons. Vescovo ha pure pubblicato un interessante documento: Lettera alle Assemblee Pastorali Parrocchiali; sono stati tenuti a Gibilmanna gli Esercizi Sinodalità: Ascoltare, discernere, decidere. Verso Nuove Esperienze Sinodali. In questa occasione sono stati presentati, letti e interpretati i risultati che erano pervenuti alla Segreteria del Sinodo dalle assemblee parrocchiali, dai consigli pastorali parrocchiali e dai Vicariati della Diocesi. Il materiale documentario è stato pubblicato come Raccolta di Atti, in Esercizi di Sinodalità, Ascoltare, discernere, decidere. Verso nuove esperienze sinodali, Diocesi di Cefalù, Cefalù Dicembre 2021. Sono stati anche indicati gli animatori sinodali.
La seconda fase consultiva-elettiva (2021-2022) è stata occupata dalla consultazione di tutto il Popolo di Dio, l’elezione dei sinodali e l’elaborazione di una relazione sintetica per la stesura del documento sinodale.
Durante la prima e la seconda fase pre-sinodale è stato interpellato ogni battezzato perché esprimesse le sue idee e offrisse il suo contributo per migliorare la vita cristiana e far lievitare il Vangelo nella vita quotidiana. Il cammino sinodale è stato complesso e articolato, ha chiesto impegno e sacrificio. Il popolo di Dio è stato invitato a riflettere in più occasioni sul significato di Chiesa sinodale, sul valore del Sinodo diocesano e, in modo specifico, sull’Unità pastorale sinodale, sull’Iniziazione cristiana e sulla Fede popolare.
Nei due anni di preparazione sono stati compresi e riletti il ruolo e la natura sinodale degli organismi di partecipazione alla vita pastorale della Chiesa locale, nonché le provocazioni e le sfide proposte dal percorso sinodale diocesano, con la ferma volontà di rinnovare il volto della Chiesa.
La Segreteria del Sinodo, a più riprese ha fatto pervenire dei questionari-guida sui quali riflettere nelle assemblee diocesane, nei consigli pastorali parrocchiali, negli incontri di clero, nei diversi vicariati. Sono state anche coinvolte le confraternite, ed è stato fatto anche un incontro sul Sinodo e sulle sue tematiche con la partecipazione dei giovani. Il percorso formativo verso il Sinodo è stato introdotto anche nelle Scuole di ogni ordine e grado che gravitano sul territorio diocesano, con la consapevolezza che la Scuola attende al suo mandato educativo e formativo quando non trasmette solo nozioni, ma anche forma uomini capaci di comprendere la loro vita come progetto condiviso e comunitario, promuove il dialogo e l’ascolto e autentiche relazioni umane.
Gli Insegnanti di Religione Cattolica, quali sentinelle nel grande e importante ponte Scuola-Famiglia-Chiesa-Società civile, seguendo il sussidio didattico Camminare insieme… Meglio insieme, insieme meglio, preparato dal Servizio Pastorale Cultura Scuola e Insegnamento della Religione Cattolica della nostra Diocesi – le cui attività indicate erano state modulate in relazione al livello formativo delle classi alle quali il progetto scolastico sul Sinodo diocesano veniva proposto – hanno suggerito alla giovane popolazione scolastica un’esperienza educativa sinodale in cui i discenti non fossero ricettori passivi che apprendono solo delle informazioni, ma attori principali e protagonisti di un progetto di vita2.
Le osservazioni e le provocazioni del popolo di Dio sono state accolte e raccolte, poi anche pubblicate nel testo che vi è stato dato in occasione della celebrazione del giuramento sinodale. Esse sono ritenute rivelazioni vitali ed espressioni ecclesiali delle attese e delle speranze, dei sogni e dei propositi di coloro i quali hanno partecipato alle assemblee parrocchiali, ai consigli pastorali parrocchiali, agli incontri di Vicariato, agli incontri delle confraternite, dei giovani e della popolazione scolastica che vive e opera sul territorio diocesano3.
Nel testo Vescovo e Popolo. In ascolto e in dialogo per una Chiesa sinodale i risultati sono stati riletti e reinterpretati, proposti in modo critico e presentati come un Documento. Essi sono il frutto collegiale di due anni di incontri e di confronti provocati dall’insegnamento del Vescovo durante gli incontri diocesani e parrocchiali, e nell’esercizio ordinario del suo ministero episcopale: omelie, lettere e documenti; dagli stimoli ideali della Segreteria del Sinodo e dall’animazione dei parroci e dei referenti sinodali, riflettendo così il volto della Chiesa di Cefalù e la qualità della sua proposta evangelica.
La documentazione prodotta rivela una coscienza ecclesiale, una vita cristiana vissuta e le esperienze ecclesiali; altresì, ripropone un processo educativo e formativo di maturazione delle persone e delle comunità: c’è il cammino della vita umana, culturale e spirituale, e l’esperienza umana e professionale del popolo credente della Diocesi di Cefalù.
Le considerazioni, presentate come lavoro sinodale di discussione ecclesiale, costituiscono un momento operativo privilegiato, sono una cassa di risonanza delle attese e delle speranze, delle gioie e dei dolori del popolo di Dio; fanno conoscere la vita concreta di ogni Comunità parrocchiale in tutti i suoi aspetti; colgono l’attuale esperienza ecclesiale e narrano la memoria storica delle comunità locali.
Esse comunicano la voce autorevole del popolo di Dio; presentano nuovi orientamenti e inedite progettualità per il futuro comune e per il bene ecclesiale; aiutano certamente la Chiesa di Cefalù ad essere sempre più Chiesa e a comprendere la sua vocazione e missione nell’attuale contesto storico.
Questa documentazione si pone come test efficace per misurare la qualità della vita ecclesiale in ordine alla testimonianza evangelica sul nostro territorio. Essa riflette lentezze, crisi e delusioni, ma anche entusiasmo e grande tensione nel volere cominciare nuovamente. Emerge una certa debolezza dei consigli pastorali parrocchiali, lì dove esistono, nella loro carica ideale e nella qualità dell’esperienza ecclesiale vissuta.
Tutti, e in diversi modi, hanno avuto la possibilità di intervenire, partecipare, coinvolgersi durante le fasi del percorso pre-sinodale. Sul sito Web della Diocesi sono stati pubblicati online i documenti prodotti, le iniziative culturali, le attività pastorali e tutti gli strumenti di lavoro: nulla è stato tenuto nascosto. Il materiale pubblicato deve molto all’impegno dei tanti operai nella vigna del Signore, i quali hanno animato e sostenuto con impegno e corresponsabilità le diverse fasi del percorso pre-sinodale. Le tematiche affrontate sono state precedentemente preparate e approfondite con questionari, sussidi e proposte. In merito si segnalano anche gli otto sussidi di Passo dopo Passo.
Il percorso pre-sinodale è coinciso con il tempo della pandemia, che ha causato un appiattimento di interessi e di cambiamenti molto drastici; ha compromesso il dialogo e, in alcuni i casi, ha interrotto la comunicazione. Ancora adesso il Covid-19 costituisce un alibi per molti per non partecipare agli incontri ecclesiali.
Il lavoro della professoressa Adriana Iovino
La prof.ssa Adriana Iovino, seguendo il testo Vescovo e Popolo. In ascolto e in dialogo per una Chiesa sinodale, ha sapientemente sintetizzato un ventaglio di sei proposte in merito all’unità pastorale sinodale, di dieci per l’iniziazione cristiana e ancora di dieci per la fede popolare.
I tre relatori, che seguiranno successivamente in questa sede, sono chiamati a dare a questa importante assemblea sinodale ulteriori contenuti illuminati e illuminati in ordine all’unità pastorale sinodale, all’iniziazione cristiana e alla fede popolare, come commento teologico ed esplicitazione pastorale di quanto è già emerso. I circoli minori delle tre aree, in modo corresponsabile e sinodale, contribuiranno altresì a fare lievitare e sviluppare ancora di più e meglio nuove e propositive riflessioni a vantaggio del lavoro sinodale, in modo da pervenire verso la formulazione delle prepositiones che dovranno essere votate nella ultima fase del Sinodo.
Si procede dunque nel rispetto della continuità a quanto è stato detto e indicato dal Popolo di Dio durante i due anni del percorso pre-sinodale, senza, però, dimenticare che è lo Spirito Santo Colui che guida e protegge la Chiesa e, come ha parlato per bocca dei suoi santi profeti di un tempo ed è sceso su Maria di Nazareh (Lc 1,35) e a Pentecoste sulla comunità apostolica, oggi parla attraverso ciascuno di ciascuno di noi, scende su questa assemblea santa come nel concilio di Gerusalemme, aiutandoci a decidere insieme in modo concorde (At 15,28), esaminando ogni cosa e ritenendo ciò che è buono (1Ts 5,21).
La riforma della Curia romana e del Vicariato di Roma
L’orizzonte delle nostre decisioni e dei lavori sinodali è impegnato a tenere presente gli stessi criteri che papa Francesco ha adottato per la riforma della Curia pontificia e per la riorganizzazione del Vicariato, l’organismo che a Roma svolge la funzione di Curia diocesana nei documenti: Praedicate Evangelium e In Ecclesiarum Communione: il primato dell’evangelizzazione, il profondo riferimento teologico alla «rete sacramentale», su cui si deve innervare l’agire ecclesiale, e la comunione.
Le indicazioni di papa Francesco illuminano ulteriormente il nostro percorso sinodale. Ogni riforma e tutte le riforme ecclesiali, anche quelle istituzionali, devono lasciarsi ispirare dal primato dell’annuncio del Vangelo e della testimonianza della carità come sicura normativa dell’agire ecclesiale. Nella esortazione apostolica Praedicate Evangelium, papa Francesco scrive:
Praedicate evangelium (cfr Mc 16,15; Mt 10,7-8): è il compito che il Signore Gesù ha affidato ai suoi discepoli. Questo mandato costituisce il primo servizio che la Chiesa può rendere a ciascun uomo e all’intera umanità nel mondo odierno. A questo essa è stata chiamata: per annunciare il Vangelo del Figlio di Dio, Cristo Signore, e suscitare con esso in tutte le genti l’ascolto della fede (cfr Rm 1,1-5; Gal 3,5) […].
2. La conversione missionaria della Chiesa è destinata a rinnovare la Chiesa secondo l’immagine della missione d’amore propria di Cristo. I suoi discepoli e discepole sono quindi chiamati ad essere luce del mondo (Mt 5,14) [...]
3. Nel contesto della missionarietà della Chiesa si pone anche la riforma della Curia Romana […].
10. Il Papa, i Vescovi e gli altri ministri ordinati non sono gli unici evangelizzatori nella Chiesa. Essi «sanno di non essere stati istituiti da Cristo per assumersi da soli tutto il peso della missione salvifica della Chiesa verso il mondo». Ogni cristiano, in virtù del Battesimo, è un discepolo-missionario «nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù». Non si può non tenerne conto nell’aggiornamento della Curia, la cui riforma, pertanto, deve prevedere il coinvolgimento di laiche e laici, anche in ruoli di governo e di responsabilità. La loro presenza e partecipazione è, inoltre, imprescindibile, perché essi cooperano al bene di tutta la Chiesa e, per la loro vita familiare, per la loro conoscenza delle realtà sociali e per la loro fede che li porta a scoprire i cammini di Dio nel mondo, possono apportare validi contributi, soprattutto quando si tratta della promozione della famiglia e del rispetto dei valori della vita e del creato, del Vangelo come fermento delle realtà temporali e del discernimento dei segni dei tempi4.
Papa Francesco, nella Costituzione apostolica, “In ecclesiarum communione” circa l’ordinamento del Vicariato di Roma, del 6 gennaio 2023, scrive:
1. Nella comunione delle Chiese, alla Chiesa di Roma è affidata la particolare responsabilità di accogliere la fede e la carità di Cristo trasmesse dagli Apostoli e di testimoniarle in modo esemplare. È quindi primaria preoccupazione del suo Vescovo provvedere a quanto è necessario perché questa Chiesa corrisponda a ciò che le dice lo Spirito del Signore Gesù Cristo (cfr Ap 3,22).
2. La Chiesa è posta nel mondo come “samaritana” (cfr Lc 10,25-37), come sacramento di salvezza, in intima solidarietà con la storia delle donne e degli uomini che vivono in questo mondo, nell’attesa del suo compimento in Cristo. Mentre ricordiamo i sessant’anni dall’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II, sentiamo con particolare urgenza la chiamata alla conversione missionaria di tutta la Chiesa, accompagnata da una più viva consapevolezza della sua dimensione costitutivamente sinodale.
Per rianimare la missione, nel primato della carità e nell’annuncio della misericordia divina, vanno sostenute e promosse, in sinergia, la collegialità episcopale e l’attiva partecipazione del popolo dei battezzati.
In questo orizzonte si colloca l’impegno per la riorganizzazione del Vicariato, l’organismo che a Roma svolge la funzione di Curia diocesana5.
Conclusione
Durante le fasi pre-sinodali dedicate all’ascolto dal basso del popolo di Dio, le assemblee parrocchiali hanno affermato che il Sinodo diocesano è un momento di grazia e di autentico rinnovamento per la Chiesa locale, la quale, mettendo a centro il Vangelo, si libera da ogni forma di autoreferenzialità e di personalismo, dallo spirito di autosufficienza e dalla tentazione del si è fatto sempre così e dal denigrare o relativizzare il pensiero degli altri.
È stato altresì affermato che il Sinodo non è un evento solo celebrativo e occasionale; indica uno stile di vita, è un modo di vivere della Chiesa: è la Chiesa che scopre il fascino di un percorso comunitario. Il Sinodo fa germogliare sogni, suscita profezie e visioni, fa fiorire speranze, stimola fiducia6.
Il sogno si è ormai fatto realtà. Dopo tre anni di cammino sinodale (2020-2023), si è giunti all’Assemblea sinodale. I Sinodali sono chiamati a confrontarsi e, in modo corresponsabile, a operare scelte pastorali impegnative per il bene della Chiesa locale sull’unità pastorale sinodale, sull’itinerario catechetico per i sacramenti dell’iniziazione cristiana e l’evangelizzazione della fede popolare. Essi hanno la facoltà di votare le proposte presentate, la cui fonte è costituita dalla documentazione, che qui viene riprodotta, proveniente dai lavori assembleari delle diverse realtà diocesane.
Il Sinodo diocesano pone un segno di speranza e costituisce una grande opportunità di rinnovamento ecclesiale; rilanciando in sinergia un progetto di evangelizzazione missionaria e, coinvolgendo le nuove generazioni alla vita della Chiesa, cerca di svecchiare un metodo radicato nelle solite attività svolte nel tempo, e di superare gli steccati e i campanilismi esistenti, legati alle tradizioni, o semplicemente alle abitudini inveterate, che per decenni hanno caratterizzato non solo la pastorale, ma anche la vita sociale stessa degli abitanti di ogni Comune e di ogni Frazione. Si tratta ora di invertire la rotta, puntando su un cammino da percorrere insieme, tenendo conto delle singole tradizioni locali, che devono essere viste come una risorsa per far cogliere obiettivi comuni.
È forte l’anelito a tornare al Vangelo e a Gesù Cristo come modello di vita e punto di riferimento essenziale, fondamentale; è motivata l’aspirazione a ripartire dalla Parola di Dio, che crea e unisce la Comunità, in quanto l’ascolto della Parola di Dio sta a fondamento di ogni percorso di vita cristiana ed educa a saper ascoltare gli altri.
È tempo di parresia. Il Sinodo è un evento profondamente pasquale: si sta passando da una Chiesa prettamente gerarchica ad una Chiesa che si sta autocomprendendo come popolo di Dio.
Il Sinodo richiede che in tutti i fedeli si accresca il desiderio di viverlo e, anche se non tutti hanno gli stessi tempi, bisogna saper coinvolgere tutti, e camminare pazientemente insieme. Esso rinnova il volto della Chiesa nella condivisione e nella corresponsabilità.
Durante l’evento del Sinodo lasciamoci illuminare e guidare dallo Straniero, come ha scritto don Salvatore Panzarella nella sua lettura interpretazione di Lc 24,13-35, cioè da Colui che si mise a camminare con Cleopa e il suo compagno di viaggio, proprio da Gesù, perché possiamo avere i piedi sulla strada, gli occhi rivolti a Lui Parola e Pane di Vita e il cuore aperto all’estraneo sulla strada e, così, cominciamo un cammino comune e sinodale. Di questo cammino noi siamo i protagonisti, ma non da soli.
1 Papa Francesco, Evangelium gaudium, 25.
2 Servizio Pastorale Cultura, Scuola e Insegnamento della Religione Cattolica, Camminare insieme… meglio insieme, insieme meglio. Materiale didattico, in www.sinodocefalu.it.
3 Diocesi di Cefalù, Unità di Pastorale Sinodale. Sintesi Fase Consultiva, in www.sinodocefalu.it.; Ead., Iniziazione cristiana. Sintesi Fase Consultiva, in www.sinodocefalu.it.; Ead., La Fede popolare. Sintesi Fase Consultiva, in www.sinodocefalu.it.; Ead., Incontri nei Vicariati. Sintesi Fase Consultiva, in www.sinodocefalu.it.; Ead., Fede Popolare. Confraternite. Sintesi Fase Consultiva, in www.sinodocefalu.it.; Ead., Il Sinodo e i Giovani. Sintesi Tavoli Sinodali, in www.sinodocefalu.it..
4 Papa Francesco, “Praedicate Evangelium” sulla Curia Romana e il suo servizio alla Chiesa e al Mondo. Costituzione Apostolica, 19.03.2022
5 Papa Francesco, “In ecclesiarum communione” circa l’ordinamento del Vicariato di Roma, costituzione apostolica, Dato a Roma, presso San Giovanni in Laterano, il 6 gennaio 2023, Solennità dell’Epifania del Signore, decimo di Pontificato.
6 Documento preparatorio della XVI assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi, 32.